Lunedì 27 settembre saremo presenti al presidio che si svolgerà a Cuneo, proseguendo la nostra opposizione al decreto legge 44 del 1 aprile, successivamente convertito in legge, che impone le sospensioni dal lavoro senza retribuzione per coloro che non intendono aderire alla vaccinazione.
Da mesi contestiamo l’imposizione dell’obbligo di un trattamento sanitario che lede la libertà di scelta sui nostri corpi, ponendolo sul piano del ricatto o ti vaccini o non lavori, o ti pieghi o non mangi, con una totale e assurda mancanza di rispetto verso il nostro impegno lavorativo di anni e decenni a favore della cura dei malati, dell’assistenza agli anziani e ai disabili.
Impegno e dedizione mai venuto meno, anche nel periodo della pandemia, quando abbiamo lavorato con scarsi Dispositivi di Sicurezza, nel menefreghismo di molte aziende per la tutela della nostra salute e quella dei nostri assistiti, in turni spesso di 12 ore al giorno.
Le sospensioni promesse sono arrivate, e molte colleghe sono state ormai fuori dal servizio, senza retribuzione, allontanate dal lavoro e poste in seria difficoltà economica; parliamo di donne e uomini reali, in carne ed ossa, con una vita, delle famiglie.
Non di numeri da cancellare come oggetti senza valore.
Operatrici socio sanitarie, infermiere, medici, esposte come trofei da una campagna mediatica impegnata a denigrare, offendere e insultare, allo scopo ormai evidente di costruire il capro espiatorio per celare il mancato intervento sulla sanità, privatizzata, spogliata di risorse e inadeguata.
Per noi è chiaro: trovare un bersaglio da esporre alla popolazione, per non parlare dei investimenti sulla sanità, sulla chiusura degli ospedali, sulla riduzione dei posti letto, sullo sviluppo della medicina territoriale e sulla prevenzione, sui profitti della sanità privata.
Lo stesso avviene con l’estensione del green pass per tutti i lavoratori.
Dopo la scuola, senza interventi strutturali sulla capienza delle aule, sugli edifici, sull’ampliamento del corpo docente, sui trasporti degli studenti, il lasciapassare sanitario viene esteso ad ogni categoria, in molti luoghi di lavoro dove le condizioni sono normalmente un rischio per la salute e la vita dei lavoratori.
Poco o nulla viene fatto a fronte di 538 morti sul lavoro registrati nei primi sei mesi dell’anno, 3 al giorno, sui 1500 infortuni quotidiani, con licenziamenti permessi attraverso una mail o un messaggio whatsapp.
Come sindacato non possiamo che essere a favore di una reale tutela della salute individuale e collettiva sia dentro che fuori i posti di lavoro, come della tutela del reddito, contro i ricatti posti da Governi e aziende.
Ci opponiamo quindi ad un uso del green pass e all’obbligo vaccinale come mezzo coercitivo che molti iniziano a riconoscere come pericoloso per la convivenza civile, discriminatorio dei cittadini, strumento pericoloso in mano ai datori di lavoro.
Invitiamo tutti a tornare ad un confronto costruttivo, evitare discriminazioni e costruire solidarietà sui luoghi di lavoro, evitando di cadere nella distrazione proposta da governo, mass media e aziende, che propone un nemico pubblico cui riservare la rabbia di un tempo difficile.
CUB – Confederazione Unitaria di Base – Cuneo
CUB Sanità Cuneo e provincia